Quando la radio “serve” davvero

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In questi giorni sto riscontrando vari esempi di radio che “serve”. Non soltanto a chi la ascolta, ma anche a coloro che la fanno. La radio – per chi l’ascolta e per chi la fa – può servire a mettere un dolore in stand-by.

Per mostrare vicinanza verso un componente della squadra che vive un lutto grave, Marco Mazzoli ha affermato: “Noi siamo dei cazzoni, e anche nel dolore proviamo a portare un sorriso“.

In questo senso, posso dire di aver trovato conforto in momenti particolarmente dolorosi grazie a Ferraro e Virgillo su RDS, ad Arduini e Di Ciancio su Radio2, allo stesso Zoo di 105, ma anche a programmi senza copertura nazionale come il Morning Show di Radio Globo (quello di Roberto Marchetti).

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Ma ieri Luca Casciani di RTR 99  – il politicamente scorretto che afferma “Il buongiorno a tutt* io non lo ammetto. O mi mandi una mail scritta in italiano, o finisci direttamente nello spam” – ha invitato le donne all’ascolto a prenotare una mammografia: “Purtroppo, il tumore al seno è notevolmente diffuso. Se preso in tempo, ci sono notevoli probabilità di guarigione. Spegnete la radio, appena sentirete la pubblicità. Informatevi e prenotate questo esame. Se c’è qualcosa di estremamente piccolo, si può intervenire. Se anche una sola donna prenoterà una mammografia, allora vorrà dire che la radio sarà servita a qualche cosa“.

Stefano Beccacece

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Stefano Beccacece nasce nel 1985 a Torino. Sino a pochi anni fa poeta - ha pubblicato due raccolte tra il 2006 ed il 2010 - ora fa prevalentemente il blogger. Dal 2012 scrive di calcio e mass media. Su Radiomusik potete leggerlo prevalentemente nella sezione "Radio News".