Condanna a Fabri Fibra per il brano A me di te: dovrà risarcire Valerio Scanu

Il brano A me di te di Fabri Fibra, rilasciato nel 2013 all’interno del disco Guerra e Pace, fece molto scalpore per un testo ritenuto diffamatorio da Valerio Scanu, al punto che questi intraprese vie legali contro il collega.

A distanza di quasi tre anni, una sentenza del Tribunale di Milano ha condannato per diffamazione Fabri Fibra che adesso sarà costretto a risarcire Scanu con una somma di 20mila euro. Nonostante nel testo di A me di te non si citi mai il nome preciso dell’artista sardo “Valeria Scanner“, per l’accusa sono sembrati evidenti i riferimenti al proprio assistito.

I legali di Scanu si sono detti disposti ad agire anche in sede civile per ottenere pieno risarcimento del danno d’immagine. Rimangono misteriosi i motivi di tanta acredine tra i due artisti.

ASCOLTA A ME DI TE

Testo A me di te | Fabri Fibra

Sire,
chiedo il permesso
per andare fuori e compiere il mio dovere
E fare giustizia in questa terra,
in questa terra di impostori
Posso sire? Che dice sire?
“Uccidili tutti!”

Come vedi, a me di te
Non me ne fre-fre-frega una se..
Ti finisco, finché sei sul mio disco
E’ solo un gioco ma in pochi lo capiscono
Tutti gli altri si prendono troppo sul serio
Come le tasse, si prendono troppo, sul serio

Vento in poppa, come un veliero
Vengo in bocca, come a (Valerio)
Che in verità è una donna
A me sta bene, il mondo è vario
Vladimiro era invertito,
un travestito al contrario
“Davvero?” Certo, l’ho visto a Porto Cervo
Esplodevo come a Chernobyl, dopo il suo concerto
Eravamo nel suo camerino a bere vino. Io l’ho spinto in bagno,
lui m’ha detto “In tutti i mari In tutti i laghi, non capisci, mi bagno”
Con una corda l’ho legato sul divano
Lui mi ha detto “Questa corda mi ricorda
Il mio compagno di scuola media
Si chiamava Massimo, chiavava al massimo
Una media alta, mi inculava come i Mass Media”
Gli ho risposto “Complimenti”
Gli ho abbassato i pantaloni
E sotto aveva un tanga e quattro assorbenti
Giù le mutande, liquido fuori da questo glande
Tira su tutto come le canne
Mi sono fatto Valeria Scanner

Come vedi, a me di te
Non me ne fre-fre-frega una se..
Ti finisco, finché sei sul mio disco
E’ solo un gioco ma in pochi lo capiscono
Tutti gli altri si prendono troppo sul serio
Come le tasse, si prendono troppo, sul serio

Ho le palle come a bowling
Mistero, ho avuto più erezioni
Che soldi dalle edizioni di lancio
Ma le dizioni in rima, Aleister Crowley
L’arte la paghi, giocano a carte tra ladri
Per un futuro, senza nome come quella parte
Che sta tra le palle e il buco del culo
Finti pass, etichette senza fan
Dietro l’onda, “Così fan tutte” come Tinto Brass
Mi venga un colpo di genio, rigenero
Il mio disco piace anche a tuo padre,
come un genero
Il sangue ci ribolle,
il vero rap non parla di gioielli
E di assegni bancari
finché spendi soldi di famiglia
Come i gioielli,
dopo di che sistemerai le cipolle sopra i bancali
Nella testa ho così tanti nemici
Prima o poi li becco tutti come i preti, l’ICI

Come vedi, a me di te
Non me ne fre-fre-frega una se..
Ti finisco, finché sei sul mio disco
E’ solo un gioco ma in pochi lo capiscono
E’ solo un gioco ma in pochi lo capiscono
E’ solo un gioco ma in pochi lo capiscono
Tutti gli altri si prendono troppo sul serio
Come le tasse, si prendono troppo, sul serio

Taglio la tua testa, la metto in una scatola
E vado a “Buona Domenica”
Appena la conduttrice chiede
“Quante donne per te perdono la testa?”
Lancio la scatola gridando “Buona domenica”
Oggi la gente guarda “La Vita In Diretta”
Praticamente se passi la vita
Vivendo indirettamente la vita degli altri
E’ una vita indiretta
In tv non c’è niente di vero, e tu non darmi retta
“I Ragazzi Della Via Pal” sopra un grande UFO
Vecchi senza palle, sembrate Grande Puffo
Divento pazzo, ragiono in lingua volgare
Mi frega la fi*a, non mi frega un ca**o
Rap Neorealista, in bianco e nero
Tu (Valerio), “Io Donna” come la rivista
E’ il quarto anno che mi invitano a Sanremo
E che rifiuto una somma che per metà avresti offerto la vista