Cento anni della Radio – Intervista a Matilde Amato (Radio Capital): “La Radio è discreta ed empatica allo stesso tempo”

Biglietti - Seguici su Whatsapp - Telegram

Per celebrare i Cento anni della Radio, RadioMusik.it  ha intervistato Matilde Amato,  che in questa stagione è in onda durante il weekend su Radio Capital dalle 20:00 alle 22:00. Ecco cosa ci ha detto.

Ciao Matilde. Sappiamo che qualcuno ti ha spinta a fare radio perché ne ascoltavi tanta: cos’è per te la radio?

Condivisione ed empatia. Sia per chi la fa sia per chi l’ascolta. Credo molto nel gioco di squadra e nel senso di appartenenza e confidenza che si crea con gli ascoltatori. La radio è il mezzo più discreto ma allo stesso tempo più empatico che conosca. Il bello della radio per me è che fa da sfondo alle vite di tante persone che sono lontane geograficamente ma si riconoscono come simili perché amano le stesse cose, ridono delle stesse cose, si emozionano per le stesse cose e apprezzano la stessa musica. A volte capita che si abbiano idee diverse e ci si confronta: come in famiglia o in un gruppo di amici nascono discussioni ma resta intatto quel senso di community che la radio è il grado di costruire e portare avanti nel tempo”. 

Quali erano i tuoi programmi e conduttori preferiti prima di trasformare la passione in un mestiere?

“Beh come hai detto di radio ne ho sempre ascoltata tanta (e ancora oggi è così, sia in macchina sia a casa) ma i programmi con cui sono cresciuta e quelli per cui ho pensato “io da grande vorrei fare questo di lavoro” sono “Viva Radio 2”, “Deejay Chiama Italia”, “Pinocchio” e “Rai Dire Sanremo”. Quindi in definitiva se oggi faccio la radio è tutta colpa di Fiorello e Baldini, Linus e Nicola, la Pina e la Gialappa’s!”.

Quanto è stato utile fare radio sul web per la tua formazione?

La gavetta sul web ma anche nelle piccole radio locali è stata fondamentale! La rivendico tutta anche perché in contesti più piccoli si può sperimentare e si può sbagliare tanto. Poi si sbaglia anche dopo,  però per come sono fatta io, è stato giusto e utile fare un percorso di crescita step by step. E arrivare preparata a ogni tappa successiva”.

Come sei arrivata a Radio Bruno? Come è stato cambiare regione per qualche anno?

A Radio Bruno sono arrivata dopo aver mandato una demo. Venivo da una radio regionale e mi ero resa conto che volevo crescere e confrontarmi con una radio più importante. A Milano c’erano solo i network ma per me era troppo presto, non volevo “bruciarmi” e così pensai di andarmene: ero certa che sarebbe stata un’esperienza arricchente anche dal punto di vista umano. Milano – e lo dico da milanese – a volte rischia di essere un po’ troppo concentrata su se stessa. Sentivo l’esigenza di dovermi allontanare per poi ritornare al momento giusto. E così è stato”.

E’ vero che quando ti hanno chiamata per andare a Radio Deejay e fare la prima delle tue esperienze lì, hai pensato fosse un call center?

Si è vero! Un numero con prefisso 02 e cinque cifre.  Aveva tutta l’aria di essere la solita chiamata di un call center! E invece era Andrea Sessa, direttore delle news di Radio Deejay che mi voleva incontrare per un colloquio e un provino! Inizialmente pensai che fosse uno scherzo (anche perché non ero giornalista e non avevo idea di come si facesse un notiziario), poi però realizzai che era tutto vero e che era una delle opportunità migliori che mi potessero capitare”.

A Radio Monte Carlo hai avuto il compito di aprire la giornata: qual è il segreto per sfoderare il tuo solito brio anche alle 5 di mattina?

Il segreto per me è uno solo: amare la radio più di ogni altra cosa. Per me le sveglie alle 3:30 di notte sono state una prova molto difficile. Ho chiesto tanto al mio corpo e dopo 4 anni ne ho pagato le conseguenze. Ma ogni volta che si accendeva la lucina rossa dell’onair ero felice e sul momento non sentivo il peso di aver dormito solo 3-4 ore. Il rapporto stretto che si crea con gli ascoltatori a quell’ora è davvero unico come dicono”.

Quali sono state le principali differenze nella conduzione coi tuoi partner principali ad RMC, ovvero Davide Lentini e Max Parisi?

“Beh al di là del fatto che caratterialmente Davide e Max sono molto diversi, in realtà il mio approccio in coppia è sempre lo stesso. Tra l’altro io amo condurre in coppia, anzi, per come sono fatta, la coppia è proprio la mia dimensione preferita. Sia Davide che Max sono due conduttori solidi, preparati, di esperienza ma sempre pronti a giocare e improvvisare molto perciò con entrambi potevo fare la spalla che è il ruolo in cui mi diverto di più. In ogni caso se il partner è quello giusto, la conduzione in coppia è vitale sia per chi fa la radio sia per chi la ascolta”.

Nel 2013 hai scritto che di lì a 10 anni saresti stata a Deejay, e la profezia si è avverata: cosa porti con te della stagione vissuta?

Ahah. Beh, sono stata anche fortunata! È stato un anno intenso, molto formativo, in cui sento di essere cresciuta molto soprattutto a livello umano oltre che professionale. Quindi con me porto un piccolo mattoncino di esperienza in più, i consigli di Linus sulla conduzione da sola e la grande libertà espressiva che lascia a tutti quelli che lavorano per lui, i fuori onda con i registi e le ragazze della redazione (spesso la parte più esilarante di alcune dirette) e l’affetto mai scontato dei tanti ascoltatori a cui sono molto grata”.

Adesso, stesso palazzo ma radio diversa: cambia in qualche maniera il modo di comunicare con gli ascoltatori di Capital?

Assolutamente no! Io sono sempre la stessa e gli ascoltatori di Capital pian piano stanno iniziando a conoscermi e a capire il mio modo di fare, spesso scherzoso ma sempre in buona fede. Anzi, ne approfitto per ringraziarli tutti per avermi accolto da subito come una di famiglia. Se mi sono sentita immediatamente a casa è merito loro e anche di tutta la splendida squadra di colleghi di Radio Capital, uno degli ambienti radiofonici più belli in cui sia mai stata e – posso dirlo? – dove spero di restare a lungo”.

Stefano Beccacece

Biglietti - Seguici su Whatsapp - Telegram

LEGGI ANCHE  Pierluigi Diaco: "Chi dice qualcosa di interessante, non deve essere interrotto dal conduttore"
About Stefano Beccacece 4751 Articles
Stefano Beccacece nasce nel 1985 a Torino. Sino a pochi anni fa poeta - ha pubblicato due raccolte tra il 2006 ed il 2010 - ora fa prevalentemente il blogger. Dal 2012 scrive di calcio e mass media. Su Radiomusik potete leggerlo prevalentemente nella sezione "Radio News".