Ancona: Paolo Papili si prende una pausa dalle radiocronache: “Decisione non sofferta, un po’ di più”

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Dopo 19 anni da protagonista del racconto del calcio dorico, Paolo Papili ha deciso di prendere una pausa dal racconto delle partite della squadra biancorossa. Aveva cominciato dopo la seconda Serie A, 2003-2004.

Scrive: “Diciannove anni di radiocronache, di emozioni, acrobazie e tante, tantissime delusioni. Diciannove anni di radiocronache per un totale di 791 partite raccontate agli ascoltatori di tutte le età sulle frequenze di Radio Tua. Mi fermo qui. La decisione non è stata sofferta, qualcosa di più. Chi mi conosce veramente lo sa. Prima scrivevo: 791 partite (ho saltato volutamente le amichevoli), raccontate agli ascoltatori di tutte le età… Sì, è così. A differenza della funzionalità di televisioni e giornali che possono essere sconfessati più facilmente dai mezzi tecnologici, la radio se rimane quella che è, non perirà mai. Anzi, le nuove tecnologie non possono che esaltarne le virtù. La radio è un oggetto immortale anche fisicamente. Chi racconta calcio solitamente è un calciatore mancato. Io sono giunto fino a un certo miserissimo livello ma poi non avevo le qualità per proseguire anche se da attaccante centrale, qualche gol l’ho fatto. Scrivere mi è sempre piaciuto e ho cominciato a parlare di calcio, a raccontare le prime partite mentre giocavo a bigliardino, a tappi, a Subbuteo e davanti al computer per migliorare il ritmo. Ripenso agli inizi, alle difficoltà incontrate. Alla soggezione che provavo quando ad intrufolarmi con il microfono in mezzo a giornalisti autorevoli come Mario Cori, uno che la radio l’aveva fatta prima di me da campione. Ero visto con scetticismo e diffidenza, anche questo è servito.

Quando raccogli il testimone e sei la nuova voce dell’Ancona, la sensazione è quella di entrare in un santuario. O, se preferite, è come entrare in un negozio di cristalli dove meno danni fai meglio è. Quando sono arrivato io (dopo la seconda serie A per intenderci) ho pensato: “E’ preferibile dire meno cose possibili e farlo nella maniera più breve, per evitare di fracassare quanto di buono era già stato fatto dai miei predecessori”. Dimentico sicuramente qualcuno e mi scuso per questo. Ancona ha sempre avuto una tradizione radiofonica di altissimo livello: Cito Paolo Isca, Massimo Carboni, Nicoletta Grifoni, Andrea Carloni, Mimmo Cugini, Mauro Anconetani. Mostri sacri. Giornalisti fortunati: oltre a svolgere una carriera eccellente, hanno avuto la soddisfazione di coniugare la loro voce a un successo sportivo incancellabile. Io? Posso dire che ho ho raccontato l’Ancona in tutte le categorie. Dalla prima alla B, passando pure per la vecchia C2. Descritto tutti i gol di Mastronunzio, la rete del portiere Lori e tanto altro ancora e con molto ardore. Si perché se a commentare Ancona-Ascoli non ci vuole nulla, è un po’ più complicato descrivere partite dove la palla va sempre fuori e non ci sono quasi tre passaggi di fila. Una volta che hai detto: fallo laterale, rimessa con le mani, il pallone esce dal terreno di gioco… devi inventarti altre cose. E così, in una gara di Coppa dove non accadeva proprio niente inventai il gol di Kalambay in differita. Giocavamo contro il Real Metauro in trasferta, c’era poca gente sugli spalti. Il campo era un pantano e mentre era in onda la pubblicità arrivò il gol del nostro centrocampista. Al rientro comunicai il punto del vantaggio, con enfasi chiaramente. Erano passati almeno 3 minuti. Quante papere, paperissime, ma fa parte del gioco. Ringrazio tutte le voci che mi hanno affiancato in questa avventura, Stefano Fera per la fiducia e gli ascoltatori chiaramente. Che sono stati tantissimi: i diffidati, i detenuti, gli ammalati e le persone sole. Agli anconetani sparsi per il mondo e ai colleghi conosciuti in ogni angolo di Italia. Ma soprattutto ai non vedenti. Una categoria spesso dimenticata da tutti, ma che è presente. Al momento desidero prendermi una pausa con il mondo biancorosso, avverto la necessità di provare nuove esperienze mettendomi in gioco altrove. Forza Ancona, a voi la linea…”

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Stefano Beccacece nasce nel 1985 a Torino. Sino a pochi anni fa poeta - ha pubblicato due raccolte tra il 2006 ed il 2010 - ora fa prevalentemente il blogger. Dal 2012 scrive di calcio e mass media. Su Radiomusik potete leggerlo prevalentemente nella sezione "Radio News".