Giorgio Gaberscik, meglio noto a tutti come Giorgio Gaber ha lasciato con la sua scomparsa un vuoto incolmabile non solo nella musica italiana, ma nella vita di tutti noi e sopratutto di coloro che hanno usato le sue poesie in musica come colonna sonora dei momenti della propria vita. “Non insegnate ai bambini la vostra morale ma se proprio volete, insegnate soltanto la magia della vita, il sogno di un’antica speranza” cantava in “Non insegnate ai bambini”, quella che per noi è forse la più commovente canzone del cantautore milanese, scomparso il primo gennaio del 2003.
A distanza di dieci anni ne sono cambiate di cose nella nostra società, che spesso lui cercava di raccontare e cambiare tramite le sue canzoni. Non fu solo musicista, ma anche commediografo, attore teatrale e cinematografo, con varie apparizioni anche in tv. L’ultima fu con Adriano Celentano nel programma “125 milioni di caz…”, nel 2001, dove insieme a Antonio Albanese, Dario Fo, Enzo Jannacci e lo stesso Celentano cantarono insieme “Ho visto un re” mentre giocavano una surreale partita a carte.
Iniziò a lavorare a quello che doveva essere il suo nuovo album “Io non mi sento italiano”, ma il cancro di cui era malato da tempo, lo portò via il pomeriggio di capodanno del 2003 nella sua casa di campagna in provincia di Lucca, prima che l’album potesse essere pubblicato. Il disco uscì postumo e balzò subito in testa alle classifiche. Sotto vi proponiamo proprio “Io non mi sento italiano”, traccia numero tre che da il titolo all’album.